giovedì 16 dicembre 2010

UNA PICCOLA STORIA DI PAESE

In  una giornata fredda dell'inizio dell'anno 2010, mentre osservavamo dalle finestre della biblioteca, piacevolmente decorate dalle Volontarie per accogliere i laboratori di lettura indirizzati ai bambini, il sempre piacevole spettacolo di una nevicata, meditavamo sul recente traslocco della biblioteca nei locali di via Principale 12.  Ma la nostra attenzione non riusciva a concentrarsi sui libri perché cercava di immaginare lo svolgersi degli eventi che hanno caratterizzato la storia dell'Abbazia di Santo Spirito. Davanti ai nostri occhi scorrevano i vari avvenimenti che si sono succeduti nell'Abbazzia: il frater Ventura (o Bonaventura), il primo personaggio storico che gli scritti del 1278 lo descrivevano come prepositus della comunità che abitava l'ampio complesso; le importanti opere di ristrutturazione predisposte dallo stesso frater Ventura, nel 1282, che resero l'Abbazzia il principale centro di attività di Comignago; la vita monastica, trascorsa tra preghiere e lavoro, dei frati Umiliati; lo sviluppo delle tecniche per la lavorazione della lana, supportata da una organizzazione commerciale avvanzata, che portò l'Abbazzia a divenire uno dei centri commerciali e finanziari importanti della zona; i contrasti con San Carlo Borromeo che culminò con l'attentato all'Arcivescovo compiuto da un appartenente all'ordine degli Umiliati il 26 Ottobre del 1569, la conseguente soppressione dell'ordine degli Umiliati nel 1571 decretata da Papa Pio V...
Tutte queste immagini accrescevano in noi il desiderio di ricostruire nel cortile un ambiente che richiamasse alla memoria dei visitatori i momenti storici passati. Per cercare di realizzare questo proposito si è pensato di chiedere l'aiuto e il consiglio ai volontari.
L'aiuto e il suggerimento, come sempre, è stato pronto e fattivo da parte di un volontario rispettoso degli insegnamenti, semplici ma importanti, provenienti dal passato: costruire una "topia" che tradotto risulta essere un pergolato di vite che ornava, in tutta semplicità, molte delle case comignaghesi.
Si sono trovati gli strumenti, si è eretta la struttura... si è potata la vite pre esistente, si sono legati i tralci ai sostegni utilizzando un "nodo" che nella sua estrema semplicità, come mi ha fatto capire il nostro volontario, rappresenta un "sapere" antico tramandato da generazione in generazione. Un nodo che non limita la libertà di movimento, ma che unisce e sostiene dando l'aiuto necessario per crescere insieme. Un "nodo" che rappresenta anche l'impegno che la biblioteca vorrebbe poter assolvere sempre.                                               Finito l'inverno, il tepore primaverile ha aiutato i tralci della vite  a svilupparsi, creando finalmente una bella "topia" e permettendo a noi tutti di godere di una bella vista, di un po' di frescura e, magari, di poter leggere un bel libro. Ma anche il caldo estivo ha lasciato il posto al sole autunnale che finalmente ci ha permesso di godere della realizzazione del nostro piccolo sogno: vedere concretizzarsi il lavoro dei Volontari.... con tanti grappoli d'uva!!!   
Per tutto questo vorrei ringraziare tutti quei volontari che ci hanno aiutato a trasloccare i libri e a sistemare i nuovi locali.
G R A Z I E!!!

Un'altra piccola storia di paese ci ha colpito nel corso del 2010. Una storia che parte dalle pannocchie di granoturco come quelle qui sotto riprodotte. 

Per quelle persone non più giovani il granoturco rimanda ai racconti dei loro genitori che narravano di quando, nelle serate fredde, le famiglie si riunivano nelle stalle per godere del caldo animale, ma anche per raccontarsi i fatti della loro vita e, poichè tutti abituati al lavoro più duro, nessuno restava con le mani in mano. Bambini, adulti, vecchi, uomini e donne tutti contribuivano al lavoro, chi togliendo le foglie dalle pannocchie di granoturco, chi cucendo o facendo la maglia. Il tutto alla luce del "lumin". Quanta riconoscenza noi tutti dobbiamo a questa gente semplice e laboriosa che ha saputo tramandare una cultura rispettosa della natura anche se, sovente, sottovalutata o disprezzata dalla classe dominante.
A questo ha rimediato un gruppo di donne comignaghesi che hanno saputo incontrarsi, magari per chiaccherare un po' (e questo lo riteniamo già un grande valore) ma soprattutto per far andare le mani, chi con dei lavori a maglia chi con altri lavori. Così è nata l'associazione "Mani laboriose" che nella sua breve esistenza ha già saputo realizzare tante cose utili per il paese.
Un'attività, in particolare, ci ha colpito favorevolmente perchè ricorda l'attività dei nostri "Vecchi" sopra descritta. La realizzazione di borse utilizzando le foglie di granoturco con le tecniche, apprese da bambine....
Grande esempio del saper fare e tramandare  "CULTURA"  
Anche a queste persone vanno la nostra riconoscenza ed i complimenti per la loro ingegnosa laboriosità.

G R A Z I E!!!

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