lunedì 11 marzo 2013

PROCESSO A GESÙ - di FABBRI DIEGO


TEATRO DEL CHIOSTRO
Via F.lli Cervi 14
28921 VERBANIA

In ricordo di monsignor Giuseppe Cacciami

Sabato 16 marzo
alle 20.30
Auditorium de Il Chiostro – Famiglia Studenti

La Compagnia Teatrale “La Diligenza”
mette in scena

“Processo a Gesù”
di Diego Fabbri,

con la regia di Mariuccia Guizzetti


La rappresentazione è organizzata in collaborazione con  il Comitato Restauri Chiesa Santa Marta Verbania e a favore della costruzione dell’Orfanotrofio St.Damien in Madagascar.

L’ingresso è gratuito,
ma occorre prenotare i posti al numero 0323-404077


La biblioteca in considerazione dell’alto valore culturale della rappresentazione ritiene opportuno proporlo ai propri iscritti che potranno far riferimento, per la prenotazione obbligatoria e che dovrà essere effettuata nel più breve tempo possibile, al numero sopra indicato oppure scrivere a:
oppure telefonare a:
0322.096778 (ORARI DI APERTURA BIBLIOTECA)
349.7413912

(anche per organizzare eventualmente il trasporto di coloro che non dispongono di autovettura).

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PROCESSO A GESU’
Pubblicato nel 1954 e rappresentato l’anno successivo, il capolavoro di Diego Fabbri (1911-1980) è nato dal processo “politico” che un gruppo di giuristi anglosassoni aveva fatto nel 1933 a Gerusalemme e che si era concluso con l’assoluzione di Gesù. Da tale spunto l’opera di Fabbri divenne un’indagine serrata e stimolante su una società che aveva perso la speranza della salvezza, la fiducia nei propri valori, soprattutto la fiducia nella condivisione e nell’amore, rifugiandosi nell’individualismo e nell’edonismo.
Il dramma è diviso in due tempi con un intermezzo. Una compagnia di attori ebrei mette in scena ogni sera un processo alla persona di Gesù, girando i teatri del mondo e ponendo sotto il profilo giuridico la storia del Messia, tentando di capire se ne è possibile l’assoluzione o la condanna. I quattro attori che interpretano i giudici sono Elia e la moglie Rebecca, più la figlia Sara, vedova di Daniele, e Davide.
Dov’è oggi la verità?”
tuona Elia capo della compagnia, che pone al pubblico la stessa domanda. I ruoli dei quattro procedono per estrazione e cambiano ogni sera: Elia è il giudice, mentre gli altri difendono Caifa, Pilato e Gesù stesso. Un quinto si occupa dell’accusa. Al rifiuto di Sara di difendere Pilato, ruolo che tocca la sera della rappresentazione, dal pubblico viene scelto un quinto giudice a coprire il posto vacante di Daniele. Sara è oramai stufa di tale rappresentazione, ma il padre Elia sembra non darle ascolto. Propone quindi di ascoltare altre figure storiche come testimoni: gli attori impersonano Maria Maddalena, la Madonna, Giuseppe, Giuda e altri, che piano piano spostano il piano del processo da un livello giuridico a quello più strettamente umano. Durante l’intermezzo veniamo a scoprire che Sara è vedova a causa di Davide, che consegnò Daniele, l’ex marito di lei, ai nazisti, accusandolo di essere ebreo. La conclusione amara a cui si giunge è
tutti lo misero a morte con nascosto rammarico, ma con un sospiro di sollievo…”.

La conclusione è travolgente, anche se forse un poco “scontata”, perché il vero pregio di quest’opera è nel suo svolgimento dialettico e serrato
…chi è – chi è – per voi Gesù di Nazareth?…Perchè non lo gridate forte, dovunque e sempre, quel che avete detto stasera? Tutti dovete gridarlo! Tutti! Perché altrimenti si ripete anche per voi, quello che accadde per noi, allora. Di rinnegare…di condannare… di crocifiggere Gesù. Io debbo ormai proclamare…alto…e al cospetto di tutti…che certo Lui, Lui solo alimenta e sostiene da quel giorno tutte le speranze del mondo! E lo proclamo innocente…e martire…e guida”.


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