Dopo il grande successo de "La solitudine dei numeri primi" (2008), con 2 milioni di copie vendute, pubblicato in oltre quaranta Paesi, e che ha portato all'autore numerosi riconoscimenti, fra cui il premio Strega e il premio Campiello Opera Prima, Paolo Giordano pubblica il suo nuovo romanzo:
"Il corpo umano"
È un plotone di giovani ragazzi quello comandato dal
maresciallo Antonio René. L'ultimo arrivato, il caporalmaggiore Roberto Ietri,
ha appena vent'anni e si sente inesperto in tutto. Per lui, come per molti
altri, la missione in Afghanistan è la prima grande prova della vita. Al momento
di partire, i protagonisti non sanno ancora che il luogo a cui verranno
destinati è uno dei più pericolosi di tutta l'area del conflitto: la forward
operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, "un recinto di sabbia
esposto alle avversità", dove non c'è niente, soltanto polvere, dove la luce del
giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono
accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio. Ad attenderli laggiù, c'è
il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all'interno di
quella precaria "bolla di sicurezza", di sua volontà, per sfuggire a una
situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le
armi da fuoco. Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che
appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita
che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti. In un romanzo corale,
che alterna spensieratezza e dramma, Giordano delinea con precisione i contorni
delle "nuove guerre". E, nel farlo, ci svela l'esistenza di altri conflitti,
ancora più sfuggenti ma non meno insidiosi: quelli familiari, quelli affettivi e
quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.
Nessun commento:
Posta un commento